domenica 2 dicembre 2007

- Guido Reni: l'esaltazione del classicismo

Dopo le prime esperienze presso il pittore fiammingo Denijs Calvaert, Guido (nato a Bologna nel 1575), si avvicinò all'Accademia degli Incamminati e seguì gli insegnamenti dei Carracci.

Nel 1600 circa fu a Roma, dove potè studiare le opere di Annibale Carracci e di Caravaggio, ma si dedicò anche allo studio appassionato dell'Antico e di Raffaello = matura così la sua tendenza al classicismo.


Concezione della pittura = l'arte deve imitare la reatà, ma non quella quotidiana (scelta da Caravaggio), fatta di oggetti e di persone anche non belle, ma una "ideale", creata selezionando quanto di più bello offriva la natura stessa.

Egli ricerca, quindi, la bellezza ideale e non quella che ha solitamente sotto gli occhi. [un concetto analogo è espresso anche in una lettera di Raffaello].


La strage degli innocenti

Collocata originariamente nella Chiesa di San Domenico a Bologna e ora conservata nella Pinacoteca di questa città. La Strage degli Innocenti si riferisce al racconto evangelico secondo il quale Re Erode, per aver la certezza di sopprimere il piccolo Gesù, decretò la morte di tutti i bambini di Betlemme al di sotto dei due anni.

Un alto numero di personaggi, tra madri, bambini e carnefici, affolla la scena occupando i 2/3 della tela. La parte restante dello spazio è occupato dagli edifici e da un cielo nuovoloso (sullo sfondo); in alto a sinistra possiamo osservare due angioletti che distribuiscono le palme (nell'iconocrafia religiosa sono simbolo del martirio). Solo le madri e i bambini esprimono sentimenti = i loro occhi e i loro volti rivelano paura, orrore, angoscia e disperazione e i loro ateggiamenti manifestano tali sentimenti con intensità (una donna tenta di fuggire nascondendo il proprio figlio; una afferrata per i capelli rivela l'orrore nei propri occhi; una tenta un ultimo gesto di supplica; una rivolge gli occhi al cielo). I carnefici, invece, presentano un volto immerso nell'ombra, privo di sentimenti umani; la luce intensa si concentra sulle braccia e sulle mani che reggono i pugnali, strumento di morte.

La statuaria conformazione dei corpi, la perfezione dei volti, gli abiti fin troppo compositi delle donne = fanno si che la scena appaia comunque meno cruenta di quanto in realtà non sia.

Il dipinto presenta una chiara geometria compositiva: triangolo con il vertice rivolto verso il basso + altro triangolo (formato dalle 3 donne accovacciate). La presenza degli edifici sullo sfondo assicurano slancio verticale.

Prova a rispondere alla seguente domanda: "Quali sono gli elementi che, in questo dipinto, ci fanno parlare di "esaltazione del classicismo"? Prova ad individuarli.


2 commenti:

MITICA GIULY90 ha detto...

Gli elementi che nel dipinto ci aiutano a rilevarne dei tratti classici sono i due putti in alto a sonostra, l'architettura tipicamente clessica sullo sfondo e l'espressione dei volti non doloranti delle donne tranne le due donne ai lati, a metà del quadro... Prof voglio il Voto...

Streghe o Angeli? ha detto...

Non è del tutto corretto dire che i volti delle donne non sono doloranti. Guido Reni attribuisce SOLO alle donne sentimenti umani, lasciando (al contrario) i volti degli uomini immersi nell'ombra. Tuttavia, possiamo notare che i volti delle donne, così come i loro abiti, appaiono troppo perfetti e comunque idealizzati: giovani, belli, dall'incarnato pieno e florido.
Un altro elemento che ci consente di rintracciare nel dipinto una matrice classica è la studiata geometria compositiva (i corpi sono disposti in modo da formare due triangoli...)Per il resto la risposta va bene!