giovedì 29 novembre 2007

- Il Caravaggio

Nasce a Milano attorno al 1571, da una famiglia originaria di Caravaggio (un piccolo centro del bergamasco).
La sua vita drammatica e violenta lo porta inizialmente a Roma; a causa del suo carattere fiero e ribelle egli è coinvolto in numerose risse e nel 1606, al termine di un litigio particolarmente violento, arriva addirittura ad uccidere uno dei suoi avversari.
Da allora comincia la sua fuga avventurosa da Roma, aiutato dalla compiacenza di coloro che ne apprezzavano le straordinarie doti artistiche.
Caravaggio si rifugia inizialmente a Napoli ma presto, sentendosi braccato, raggiunge Malta, dove lavora per i Cavalieri dell'Ordine e da dove nuovamente fugge per nascondersi in varie città della Sicilia.
La formazione di Caravaggio è legata soprattutto all'ambiente lombardo, ma ci è lecito pensare che egli sia venuto in contatto anche con il colorismo veneto (dal quale può avere attinto quella particolare sensibilità per le luci e le ombre).
1592 = si trasferisce a Roma. Durante il soggiorno romano entra in contatto con il Cavalier d'Arpino, pittore allora molto in voga; lavora nella sua bottega.
Grazie al suo straordinario talento, Caravaggio entra nelle grazie del cardinale Francesco Maria del Monte, ambasciatore del Granduca di Toscana a Roma, uomo di vasta cultura e raffinato collezionista d'arte.
Fra i molti dipinti commissionati al Caravaggio dal cardinale Del Monte assume particolare rilievo la Canestra di frutta (conservata alla Pinacoteca di Brera).


Si tratta di un olio su tela di piccole dimensioni, realizzato attorno al 1597-1598 e acquistato dal cardinale di Milano Federico Borromeo. Recenti indagini hanno permesso di appurare che il dipinto è stato realizzato su una tela di recupero, secondo una prassi che l'artista aveva più volte adottato. Il soggetto, una semplice canestra di frutta, diventa un pretesto usato da Caravaggio per osservare la realtà, indagandone ogni aspetto con attenzione e meticolosità. La frutta rappresentata non subisce alcun processo di idealizzazione, ma il pittore la descrive con oggettivo distacco. Nonostante la sua semplicità, il dipinto è studiato in ogni sua parte. Il cesto, infatti, occupa un ideale semi-cerchio avente per diametro il lato inferiore del dipinto.

Problema = nel caso delle "nature morte" è particolarmente difficile la resa della profondità prospettica. Per risolvere questo problema Caravaggio fa sporgere leggermente la base della canestra rispetto al piano d'appoggio e "allontana" lo sfondo inondandolo di luce chiara (diversamente da quanto possiamo osservare nelle nature morte tipiche della pittura nordica, dove lo sfondo è sempre scuro).

Particolare attenzione viene riservata ai vari componenti della natura morta (come appaiono le foglie? e la frutta? che frutta è rappresentata?) = la volontà è quella di rappresentare una realtà semplice e cruda (rispetto a quanto abbiamo osservato in Annibale Carracci viene ora meno l'utilizzo di modelli classici e rinascimentali = con Caravaggio si può parlare di "primato assoluto della realtà").


- Annibale Carracci

Il più importante e famoso dei Carracci è Annibale.
La sua forte personalità e le sue grandi capacità pittoriche lo collocano subito ai vertici dell'Accademia.
Punti di riferimento per la sua produzione artistica sono:
- grandi modelli del Rinascimento fiorentino-romano
- colore veneto
- Correggio


Si parla spesso di "classicismo carraccesco". Con tale espressione si allude alla volontà di superare certe estremizzazioni del Manierismo tardo-cinquecentesco per ricollegarsi direttamente al gusto classicheggiante dei grandi maestri del Rinascimento e al naturalismo coloristico dei veneti.
Il mangiafagioli

(1583-1584 =produzione giovanile)




Luogo di conservazione: Galleria Colonna, a Roma.

E' una delle prime scene di genere dell'arte italiana = con questa definizione ci si riferisce a un tipo di pittura i cui soggetti, attinti dalle piccole cose della vita quotidiana, appartengono a un "genere" ritenuto minore rispetto a quello, più elevato, delle rappresentazioni sacre, storiche o mitologiche.
In questo dipinto di piccole dimensioni, l'artista raffigura un popolano nell'atto di divorare con avidità una scodella di fagioli. Sul tavolo sono disposti i poveri oggetti della mensa contadina: una brocca, un bicchiere, un coltello, un piatto, dei porri.
Fulcro dell'intera rappresentazione è la scodella di fagioli, posta al centro del dipinto.
Se ripensiamo alle sfarzose cene rappresentate da Veronese, si coglie immediatamente l'originalità di questo dipinto. La scena è spoglia, lo sfondo cupo e piatto = in questo modo l'attenzione dello spettatore si concentra immediatamente sul personaggio. L'uomo è colto nell'attimo in cui porta alla bocca una cucchiaiata di fagioli (la voracità è resa dallo sgocciolamento del brodo nella scodella). Gli occhi del contadino sono fissi e la bocca ingordamente spalancata. Il realismo crudo della rappresentazione è reso grazie ad alcuni particolari, primo fra tutti la pagnotta sbocconcellata che il contadino tiene nella mano sinistra.
I colori appaiono spenti e terrosi = contribuiscono a creare un senso di dimessa e spoglia quotidianità.

Ciclo di affreschi di Palazzo Farnese a Roma (1598-1600)



E' il ciclo pittorico senza dubbio più impegnativo a cui si dedica Annibale Carracci.

Complessa raffigurazione mitologica, probabilmente ispirata dallo stesso committente = il cardinale Odoardo Farnese.
Soggetto principale = Amori degli dei (tema caro alla cultura rinascimentale, in quanto consentiva agli artisti di esprimere con libertà tutto il proprio estro creativo).
Sulla volta a botte della Galleria, Annibale crea l'illusione di 9 dipinti appesi, con le loro cornici, come a raffigurare una sorta di sfarzosa pinacoteca.
Dietro di essi Annibale rappresenta una finta struttura architettonica prospetticamente aperta sul cielo. Questa struttura architettonica appare sorretta da statue e medaglioni che, pur essendo solamente dipinti, assumono un rilievo spettacolare (cfr. cupole di Correggio a Parma).
Al centro della volta spicca il grande affresco del Trionfo di Bacco e Arianna.
E' raffigurato il fastoso corteo nunziale di Bacco e Arianna = i due personaggi principali sono contornati da una moltitudine danzante di satiri e menadi, che avanzano ballando al ritmo di tamburelli e corni.
Su un asino in testa alla carovana possiamo notare il vecchio Sileno, un satiro particolarmente devono a Bacco. Tutt'attorno è un festoso svolazzo di putti e amorini, simbolo di grazia e spensieratezza.
Negli affreschi Annibale Carracci riesce a conciliare:
- l'equilibrio e la compostezza della rappresentazione classica (i gruppi dei personaggi sono distribuiri in modo simmetrico) con gusto barocco per le prospettive fantastiche e suggestive (finti quadri appesi) e gli spazi illusori (il soffitto aperto sul cielo);
- il rigido classicismo compositivo con il realismo legato allo studio del "naturale" (si tratta comunque di un realismo ben deverso da quello che vedremo, per esempio, in Caravaggio = lo studio preliminare è comunque così severo da togliere ogni spontaneità all'opera).

- L'Accademia degli Incamminati

L'Accademia degli Incamminati: Ludovico, Agostino e Annibale Carracci

La produzione artistica del Rinascimento è sempre stata legata a delle personalità singole, gelose della propria arte e poco inclini a condividerne le tecniche.
L'esperienza seicentesca dei Carracci assume pertanto un rilievo nuovo nella storia dell'arte italiana ed europea.
Intorno al 1585 i pittori bolognesi Ludovico Carracci, il cugino Agostino e il fratello di questi Annibale si riuniscono per fondare quella che potremmo definire la prima scuola privata di pittura dell'età moderna.
Essa fu inizialmente chiamata Accademia del Naturale in quanto la sua finalità principale era quella di stimolare negli allievi la riproduzione dal vero (in aperta polemica con certe esagerazioni formali a cui si era giunti in epoca tardo-manierista).
In seguito venne anche detta Accademia dei Desiderosi, per il desiderio ad imparare che dovrebbe essere insito in ciascun artista, e infine Accademia degli Incamminati, allo scopo di sottolineare l'impegno di maturazione artistica a cui ogni allievo era chiamato.

I tre Carracci sono bolognesi di nascita, ma la loro formazione è abbastanza ecclettica:
- tradizione classicistica di Raffaello e Michelangelo
- tradizione veneziana del colore
Nel loro insegnamento, oltre alla pratica del disegno e della copia dal vero, si dà ampio spazio anche allo studio delle lettere, della filosofia, della matematica e della geometria = la formazione dell'artista deve svilupparsi non solo a livello pratico, ma anche a livello teorico (maturando conoscenze culturali il più possibile ampie ed eterogenee).

- Caratteri del Barocco

Cinquecento = secolo della Riforma Luterana
Seicento = secolo della Controriforma cattolica

Alla profonda crisi di valori e al grande disorientamento morale che avevano caratterizzato gran parte del Cinquecento, il Seicento contrappone le nuove certezze spirituali di una Chiesa che, nel tentativo di contrastare il protestantesimo, finisce di fatto per irrigidirsi sui propri dogmi.
Per la diffusione di massa delle idee controriformiste l'arte assume un ruolo di grande importanza = architetti, pittori e scultori diventano il tramite indispensabile per arrivare a toccare con efficacia e immediatezza l'animo semplice dei fedeli.
Con la propria arte, quindi, la Chiesa del Seicento si propone l'ambizioso traguardo di persuadere gli eretici riconducendoli alla dottrina cattolica.
Ma affinchè ciò avvenga occorre che quest'arte abbia la grandiosità necessaria per imporsi.
Grandiosità che non significa solamente imponenza e spettacolarità, ma anche capacità di penetrare a fondo le coscienze.
Quindi l'arte dei Seicento deve saper sedurre e commuovere = non sono più importanti la razionalità e l'armonia (come nel '500), ma la capacità di suscitare emozioni e sentimenti.
A questo proposito il Concilio di Trento raccomandava di rappresentare la figura di Gesù Cristo come "afflitta, sanguinante, ferita, pallida, sofferente" = in tal modo sarebbe stato più facile suscitare nelle masse sentimenti di pietà e devozione.
L'arte del Seicento (soprattutto pittura e scultura) è dunque l'arte dei sentimenti e delle passioni, la cui rappresentazione arriva a volte a degli estremi che possono rasentare la sdolcinatura e la frivolezza.
In architettura, invece, il gusto seicentesco si esprime soprattutto attraverso la monumentalità delle costruzioni. Nelle chiese, in modo particolare, si prediligono la navata unica, la pianta centrale, la copertura a cupola (che simboleggia la centralità della Chiesa di Roma), la volta a botte (in analogia con la grandiosità dell'architettura romana).
Notevole impulso è dato anche all'urbanistica = A Roma, nel tentativo di ripristinare l'immagine di potenza e di ricchezza, si demoliscono interi quartieri, si tracciano nuove strade e si costruiscono nuovi palazzi, chiese e fontane, pensando più all'effetto visivo che all'utilità reale.

- Il Barocco: introduzione storica

CONTESTO STORICO:

- Guerra dei Trent'anni (1618-1648) = insanguina gran parte dell'Europa centro-settentrionale, coinvolgendo prima la Boemia e la Danimarca e, successivamente, anche la Svezia e la Francia. Benchè le motivazioni fossero di tipo religioso (riaffermare il predominio degli Stati cattolici su quelli protestanti), il conflitto nascondeva anche il desiderio forte di ridisegnare i confini dell'Europa.
Alla fine della guerra (Pace di Westfalia), si assiste al consolidamento dei grandi stati unitari (Inghilterra, Francia e Spagna); l'impero, invece, viene frantumato in una miriade di staterelli, ducati e vescovati più o meno liberi.
Quale effetto ebbe la guerra dei Trent'anni in Italia?
Nel corso del Seicento si riconferma, in Italia, il forte predominio spagnolo, solo in minima parte contrastato dalle politiche autonome dei Savoia, dello Stato Pontificio e della Repubblica di Venezia.
Cosa comporta tutto ciò?
In un primo tempo la dominazione spagnola sembra vantaggiosa = la Spagna era allora accreditata come una delle monarchie più ricche e potenti del mondo.
Ben presto, però, il governo spagnolo mostrò la propria inadeguatezza politica e amministrativa. Questo si traduce in un sempre più insostenibile carico fiscale e in una progressiva rifeudalizzazione del territorio (soprattutto nel Sud).