mercoledì 30 gennaio 2008

- Antonio Canova

Nasce nei pressi di Treviso nel 1757. Figlio di uno scalpellino, fece il suo primo apprendistato a Venezia dove aprì uno studio nel 1775. Nel 1779 si trasferisce a Roma, dove risiede per quasi tutta la vita.
Amato e ammirato, ebbe incarichi di lavoro dalla nobiltà veneta e romana, da Napoleone e dai membri della sua famiglia, da nobili russi e dotti amici inglesi, dagli Asburgo d’Austria, dai Borboni di Napoli, dalla corte Pontificia.

- carattere riservato
- dedizione al lavoro e al dovere
- attaccamento a Roma (fonte d’ispirazione e centro della cultura neo-classica)
- arte = fonte di vita

Incarna i principi neo-classici di Winckelmann.

“Studio dal gruppo di Castore e Polluce” (le due statue presenti nella piazza del Quirinale) =

= Il disegno presenta un contorno sottile e sicuro, l’indicazione della muscolatura e una lievissima ombreggiatura (più marcata nelle pieghe del drappo che dal braccio sinistro scende ad incorniciare la gamba). Il corpo è percorso da linee lungo le quali sono annotate le dimensioni prese dall’originale. Tale studio serviva a capire geometricamente le forme dell’uomo, cioè i rapporti proporzionali fra le singole parti e il tutto.

TESEO SUL MINOTAURO


Il soggetto e il modo di rappresentarlo indicano quanto Canova fosse intimamente vicino alle teorie del Winckelmann.
L’eroe, seduto sul corpo del mostro che ha ucciso, è rappresentato dopo la lotta = il momento scelto dall’artista è successivo, quindi, all’azione. Ogni passione è spenta, la rabbia e la furia del combattimento sono passate.
Tranquillità della posizione = l’anima dell’eroe è in piena sintonia col corpo, non più contratto dalle passioni.
Teseo = simbolo della vittoria della ragione sull’irrazionalità.
I due corpi sono perfetti = lo scopo di Canova è il raggiungimento della bellezza ideale è, che i greci avevano realizzato e di cui avevano parlato anche gli artisti del Rinascimento.L’opera è in marmo = unico materiale che Canova riteneva adatto alla scultura perché poteva rendere la morbidezza e la flessibilità della carne. (molte statue sono trattate con cera rosata perché il colore del marmo fosse simile a quello dell’incarnato). Nel realizzare questa scultura Canova lavorò da solo e modificò i particolari durante l’esecuzione. Successivamente, egli organizzò la sua bottega in modo da riservare a sé l’ideazione e la lavorazione finale, lasciando che altri svolgessero le attività meno importanti.

AMORE E PSICHE CHE SI ABBRACCIANO


Canova riprende la favola narrata nell’Asino d’oro di Apuleio = Amore rianima Psiche, svenuta dopo aver disobbedito agli ordini della dea Venere (aprendo un vaso ricevuto da Proserpina).
Canova ha fermato nel marmo un momento di sospensione = i due corpi non si stringono, ma si sfiorano appena con sottile erotismo, mentre il dio contempla con dolce intensità il viso della fanciulla amata, ognuno rapito dalla bellezza dell’altro. E’ l’attimo che precede il bacio, un contatto che sta per avvenire, che l’atteggiamento dei corpi e gli sguardi preannunciano.
La visione frontale consente di apprezzare la geometria compositiva = due archi che si intersecano )(.
A questi due archi si associano i due cerchi formati dalle braccia dei personaggi.Tuttavia la visione frontale non esaurisce tutte le possibilità di godimento dell’opera = i rapporti reciproci fra i due corpi, pensati nello spazio, mutano continuamente mentre giriamo attorno al gruppo scultoreo. E’ questa la complessità della creazione del Canova.

EBE


Canova ne realizza 4 esemplari, leggermente diversi l’uno dall’altro.
Esaminiamo il secondo esemplare, conservato all’Ermitage di San Pietroburgo.
La divinità femminile è sostenuta da una nuvola; il busto è nudo, mentre la parte inferiore del corpo è avvolta da una veste leggera dalle mille pieghe, che il vento porta ad aderire al corpo.
Chiaroscuro della veste che, dal fianco destro, accompagna la gamba destra arretrata.
Grazia = corpo giovane, volto perfetto, delicatezza con cui tiene la coppa e l’anfora, corpo leggermente spinto in avanti e busto lievemente spostato indietro.Critica = mancanza di espressività del volto = adesione totale alle teorie del Winckelmann (volontà di esprimere solamente il bello ideale, attraverso l’eliminazione delle passioni).