domenica 16 dicembre 2007

- Filippo Juvara

Filippo Juvara nasce a Messina nel 1678 e muore a Madrid nel 1736.
La sua formazione artistica avviene però a Roma.
Nel 1714 è a Messina, dove Vittorio Amedeo II di Savoia, che l'anno precedente aveva ottenuto il titolo di re di Sicilia, ha modo di apprezzare le sue qualità artistiche.
Al seguito del sovrano Juvara si reca poi a Torino, dove viene nominato primo architetto di corte.
Nel corso del lungo soggiorno torinese egli mette ulteriormente a punto la propria tecnica architettonica, tanto da conseguire una solida fama anche a livello europeo.
Il Piemonte di Vittorio Amedeo II è, fra gli Stati italiani della prima metà del Settecento, uno dei più potenti e meglio organizzati. Il sovrano sabaudo, infatti, lo governa con mentalità già illuminista,
Torino riceve, quindi, un forte impulso di espansione, in quanto deve gradualmente diventare la capitale di uno Stato moderno che vuole competere con le altre principali potenze europee.
Ciò porta a un radicale ridisegno della città. (cfr. paragrafo su Guarino Guarini).
E' in questo contesto generale che si inserisce l'opera dello Juvara, il quale capisce subito che ogni nuova architettura non può mai prescindere da quelle preesistenti nè, soprattutto, dal contesto ambientale e paesaggistico nel quale dovrà inserirsi.






1729 = Vittorio Amedeo II chiama lo Juvara a costruirgli in località Stupinigi (periferia sud-occidentale di Torino), una Palazzina di Caccia dove poter degnamente ricevere i propri ospiti dopo le battute nelle campagne e nei boschi circostanti.
La costruzione ha un enorme impatto urbanistico = sia per la forma che per le dimensioni non si configura come un semplice palazzo, ma come un organismo molto complesso e articolato.
Idea di partenza: un grande salone centrale di forma ellittica, da cui si dipartono 4 bracci disposti a "croce di S. Andrea". In essi sono ricavati gli appartamenti reali e quelli per gli ospiti.
La costruzione si protende poi anteriormente racchiudendo un vasto cortile ottogonale, sul quale si affacciano gli edifici di servizio.
L'intero complesso è inserito all'interno di un vastissimo giardino che si articola in un raffinato gioco geometrico di aiuole e viali, secondo la moda francese del tempo.
La Palazzina di Stupinigi, comunque, non è importante solo dal punto di vista artistico o paesaggistico, ma anche come indicatore di quella che è la tipica vita di corte settecentesca = mentre l'Europa è travagliata da guerre e crisi economiche, all'interno del mondo dorato della corte il tempo trascorre fra balli, battute di caccia e banchetti. L'arte dello Juvara si adatta a tutte queste esigenze = l'interno costituisce un tipico esempio di Rococò.
Attorno al grande salone ellittico, destinato ai ricevimenti e alle feste da ballo, vi sono il salone da gioco, il gabinetto degli specchi, la sala delle architetture, il gabinetto cinese, alcuni salottini separati per le signore e i signori e molte anticamere. Il tutto è realizzato con grande sfarzo e raffinatezza, impiegando materiali preziosi (lacche, porcellana, stucchi dorati, specchi).
Tutto ciò risponde alla frivolezza di certa moda europea del tempo, alla quale i Savoia non potevano in alcun modo rinunciare.

1 commento:

ely ha detto...

buona sera prof!!sono malata!!
...sicuramente domani e venerdì non mi vedrà!comunque sto lavorando a casa sull'itinerario del barocco!!procede..

non fate molto in questi giorni!!saluti.eli